Con fotocamere digitali a infrarossi intendiamo quelle macchine fotografiche che riescono a catturare delle onde di luce con frequenze inferiori rispetto al campo visibile all’occhio umano. Questo tipo di fotografia è caratterizzata dall’alterazione dei colori e permette di dare un tocco unico ai propri scatti. Per ottenere questo risultato nelle vecchie fotocamere analogiche era sufficiente munirsi di una pellicola adatta alla cattura di questa frequenza. Per quanto riguarda le moderne fotocamere digitali la cosa è un po’ più complicata. Occorre infatti affidarsi ad un filtro infrarosso esterno oppure operare direttamente sul corpo macchina e rimuovere il filtro RGB dal sensore. Entrambe queste opzioni comportano dei costi e dei benefici.
Cosa sono gli infrarossi
Prima di poter iniziare a fotografare, bisogna capire cos’è la radiazione infrarossa oggetto della nostra fotografia. La luce, comunemente intesa, è quella parte di spettro elettromagnetico che copre le frequenze tra 720 e i 380 nanometri (unita di misura che descrive la lunghezza di un’onda elettromagnetica). Tutto ciò che sta al di sotto o al di sopra non è percepibile dall’occhio umano. Verranno definiti ultravioletti tutti i fasci luminosi che viaggiano al di sotto dei 380 nanometri. Si parlerà invece di infrarossi per le frequenze al di sopra dei 720 nanometri.
Il termine infrarosso significa proprio “sotto il rosso”. Infatti, come è facilmente intuibile, il rosso è il colore percepibile dall’occhio umano con la frequenza d’onda più bassa. È generalmente considerata la radiazione luminosa del calore in quanto un qualsiasi corpo tende a irradiare infrarossi; a patto che la sua temperatura sia superiore allo zero assoluto. Grazie a questa particolarità si sono sviluppate nel tempo numerose tecnologie che sfruttano l’onda infrarossa per consentire la visione notturna; ed è proprio questa particolarità a rendere la fotografia a infrarossi così interessante.
Le frequenze ad infrarossi sono una parte del campo elettromagnetico non visibile all’occhio umano. È considerata la radiazione del calore in quanto ogni corpo ne emette una certa dose. È proprio questo il punto saliente che rende la fotografia a infrarossi così peculiare, poiché va a modificare i normali giochi di luce e i riflessi dei nostri scatti.
Che cos’è il filtro RGB
Per filtro RGB (Red – Green – Blue) si intende una strumentazione applicata al di sopra del sensore delle nostre fotocamere, che ha il compito di regolare il passaggio di determinate frequenze luminose. Così facendo il sensore è in grado di assorbire una determinata frequenza che verrà poi tradotta in un colore dal software della macchina fotografica digitale. In tal senso, se si vuole scattare delle fotografie a infrarossi senza ricorrere a supporti o dover attendere eccessivi tempi di posa, è fondamentale la rimozione o la sostituzione di questo filtro.
Questa operazione risulta essere irreversibile in quanto spesso i filtri che, come detto, si trovano disposti sopra il sensore e quindi dentro il corpo macchina, all’atto della rimozione, si frantumano per via della loro delicatezza. Bisogna quindi ponderare la scelta con criterio. Va ribadito che una fotocamera così manomessa non potrà essere riportata alle condizioni originali e non potrà più essere utilizzata per i nostri scatti tradizionali.
Oltre alla totale rimozione, si può optare per la sostituzione con un filtro che eseguirà una funzione diametralmente opposta a quello eliminato. Esistono infatti due tipi di filtri che permettono di bloccare la luce a seconda del tipo di fotografia che si desidera scattare. Un filtro con una frequenza a partire dai 720 nm, sarà indicato per le fotografie a colori. Così facendo i colori risulteranno distorti dal campo infrarosso e si potrà ottenere quel peculiare effetto desiderato. Se invece si è più propensi a scattare foto monocromatiche sarebbe preferibile montare dei filtri che permettono il passaggio della luce a partire dagli 830 nanometri. Questo limiterà moltissimo le possibilità cromatiche ma, di contro, permetterà maggiore nitidezza nella scala dei grigi
Il filtro RGB è uno strumento fondamentale per le nostre fotocamere. Ha il compito di regolare l’ingresso delle varie frequenze luminose visibili all’occhio umano e permette al software che elabora le immagini di aggiungere i colori. Questo però non permette alla luce infrarossa di arrivare al sensore; è quindi necessario rimuoverlo o sostituirlo se ci si vuole dedicare a questo particolare tipo di fotografia.
Perché usare un filtro a infrarossi
Un altro modo per ottenere delle foto su scala cromatica infrarossa è quello di munirsi di un filtro. Questi attrezzi impediscono l’ingresso di tutte le frequenze al di sopra di essa. Una scelta quindi, per quanto meno invasiva, che porta con se una serie di problematiche legate allo scatto. Andando a bloccare l’ingresso della luce, oltre che un consequenziale aumento dei tempi di posa per permettere al sensore di elaborare una quantità minore di luce acquisita, inibirà completamente l’utilizzo del mirino ottico.
Questo richiederà una maggiore esperienza per quel che riguarda la composizione del nostro scatto. Inoltre, per ottenere delle foto con il giusto livello di esposizione ed evitare che la nostra foto risulti mossa, si dovrà ricorrere all’ausilio di un treppiedi.
Sono attualmente in commercio dei filtri che permettono di far passare attraverso le nostre lenti esclusivamente le frequenze al di sotto dell’infrarosso. Tuttavia sono indicate per chi ha una certa padronanza dell’arte fotografica in quanto impediscono l’utilizzo del mirino ottico costringendo di fatto l’utilizzatore a scattare alla cieca e ad affidarsi esclusivamente alle proprie capacità.
Gli ultimi consigli: l’obiettivo e la scelta della fotocamera
Una volta presa la decisione circa la scelta di affidarsi ad una modifica permanente o virare su un filtro da applicare all’obiettivo delle vostre fotocamere, è giusto mettervi in guardia su un punto. Non tutti gli obiettivi sono adatti a questa tecnica fotografica. Alcune lenti, infatti, a causa di una larghezza del diaframma elevata, potrebbero portare alla comparsa di quelli che sono definiti hot spot. Gli hot spot sono dei punti al centro della nostra foto, in cui l’immagine risulterà sovraesposta.
Inoltre, se avete deciso di convertire una normale fotocamera per scattare fotografie a infrarossi, è consigliabile scegliere una Mirrorless, che garantisce una messa a fuoco ottimale e, con la presenza di un mirino digitale regolabile in modalità monocromatica, ci permetterà di avere un’anteprima della foto scattata.